Fermata #85 - Che cos'è Bitcoin?

Qual è la natura della tecnologia scoperta da Satoshi Nakamoto? Il dibattito si divide: è una security oppure una commodity? Esiste una definizione univoca? Quale la differenza con il mondo cripto?

Queste parole arrivano direttamente da Gary Gensler. Il presidente della Securities and Exchange Commission (Sec), in una recente intervista rilasciata al New York Magazine, ha specificato che tutte le criptovalute - con la sola eccezione di Bitcoin - dovrebbero essere considerate delle security e, dunque, rispondere alla regolamentazioni della Sec.

Il dibattito sulla natura di Bitcoin e criptovalute va avanti ormai da tempo. Sono security o sono commodity? Sono considerabili allo stesso modo o ci sono delle differenze alla base? Per capirlo è bene aver chiaro che cosa si intenda per security e commodity.

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Security e commodity

Nel vocabolario finanziario anglosassone security e commodity sono termini di uso comune e indicano due tipologie di asset molto diverse.

Le security sono strumenti finanziari scambiabili sul mercato che solitamente coinvolgono una controparte. Possono esisterne di tre tipi:

  • Azioni: titoli che conferiscono una porzione di proprietà dell’azienda che le ha emesse.

  • Bond: titoli di debito, pubblico o privato, che danno al proprietario il diritto al corrispondente credito (più gli interessi) nei confronti dello Stato o della società che li ha emessi.

  • Ibride: prodotti che combinano caratteristiche di azioni e bond come i bond convertibili, ossia titoli di debito che possono essere convertiti in uno specifico numero di azioni.

Le commodity, invece, sono di fatto materie naturali, la cui quantità non è infinita, che vengono spesso utilizzate per produrre beni. Si distingue tra hard e soft commodity:

  • Hard: materie prime che vengono estratte e che vengono utilizzate per produrre altri beni. Petrolio, gas, oro e argento sono alcuni esempi.

  • Soft: beni di largo consumo che vengono coltivati e che, a loro volta, vengono utilizzati per produrre altri beni. Caffè, zucchero, grano, cacao.

Sia security che commodity sono fungibili. Cinque azioni di un’azienda hanno lo stesso valore di altre cinque azioni di quella stessa azienda. Così come 100g d’oro hanno lo stesso valore sul mercato di altri 100g d’oro.

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Criptovalute e Bitcoin

Per quanto le parole di Gensler siano da prendere con le pinze, il presidente della Sec ha fornito per una volta una chiave di lettura razionale e ormai nota da tempo agli addetti ai lavori.

La natura delle criptovalute

Dietro all’emissione delle cripto c’è sempre un gruppo specifico: un team di sviluppatori, un team di marketing (spesso quello che viene pagato di più per vendere agli investitori nuove fantomatiche rivoluzioni), avvocati ed esperti che operano arbitraggio giurisdizionale per non ricadere sotto regolamentazioni poco convenienti. Ci sono poi gli investitori, cioè i detentori dei token in-stake, perché gran parte delle criptovalute in circolazione si basa su quell’algoritmo obsoleto chiamato Proof-of-Stake1. E questi investitori si aspettano dei profitti sulla base delle nuove implementazioni e delle partnership che operano i gestori della criptovaluta. La struttura è del tutto simile a quella di un’azienda che tramite un’IPO si quota a Wall Street. La sola differenza sta nel fatto che le autorità pongono limiti e regolamentazioni alle società regolarmente listate, non ancora alle aziende - di fatto ma non di forma - che stanno dietro alle criptovalute.

La natura di Bitcoin

Bitcoin, d’altra parte, ha caratteristiche molto diverse.

Non viene creato dal nulla, come accade per token o azioni, ma tramite l’impiego di energia elettrica e risorse computazionali. Non viene distribuito da una singola o da poche entità. Non ha un team di sviluppo, né uno di avvocati o di marketing. E’ una risorsa finita e non possono essere creati più satoshi di quelli stabiliti da protocollo.

Molte volte Bitcoin è stato inserito nell’insieme delle hard commodity. Così come l’oro, l’argento, il rame e il petrolio, anche i bitcoin devono essere estratti. Esistono miniere piene di escavatori da una parte e miniere piene di server dall’altra. Ci sono affinità anche nel rischio di controparte: non è presente quando si possiede in prima persona un lingotto d’oro o la seed-phrase del proprio wallet2.

Resta tuttavia un’incongruenza nel concetto di utilizzo di una commodity per la produzione di beni. Sebbene il mining di Bitcoin venga già oggi sfruttato per rendere economicamente sostenibile la generazione di elettricità in comunità lontane dai centri abitati - il caso di Gridless  è uno dei più noti - sarebbe una forzatura dire che l’elettricità è costituita da Bitcoin così come un anello è costituito d’oro.

Per chi vi scrive, dunque, provare ad assegnare la targa di commodity a Bitcoin è parte della costante volontà dell’uomo di ascrivere qualunque cosa a insiemi già conosciuti. Non proveremmo a vestire un alieno con quattro braccia con una normale t-shirt da essere umano. Quindi non dobbiamo nemmeno categorizzare Bitcoin secondo schemi passati.

Bitcoin è economia, tecnologia, politica, attivismo, energia, teoria dei giochi. E’ un unico grande ecosistema dalla forma completamente nuova, che non ha senso provare a definire secondo criteri divenuti a questo punto obsoleti.

Diffidate da chi pretende di insegnarvi che Bitcoin è oro digitale o che invece è il nuovo cash nativo di Internet. Lo è, ma è anche molto di più.

Bitcoin è Bitcoin: qualcosa di mai esistito prima d’ora nella storia dell’umanità.

Vanno bene gli approfondimenti, ma informarsi può essere anche divertente.

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