Fermata #278 - Arriva il fondo di Save The Children
Una delle più grandi Ong al mondo, che da anni accetta Bitcoin, rilancia con la creazione di un fondo che le permetterà di conservare i BTC per 4 anni e utilizzarli per gli aiuti
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Lo scorso 11 dicembre Save the Children ha annunciato ufficialmente il Global Bitcoin Fund. Lo scopo dichiarato del fondo è quello di cambiare la gestione finanziaria degli aiuti in crisi umanitarie sfruttando, guarda un po’, Bitcoin.
Save the Children potrà ricevere donazioni in BTC, conservarle fino a 4 anni - anziché convertirle subito in valuta locale - e impiegarle direttamente nei programmi di emergenza e sviluppo.
Benché Save the Children non abbia divulgato importi specifici di donazioni iniziali al nuovo fondo, il comunicato riferisce che “ingenti contributi in Bitcoin” sono già stati raccolti tramite la campagna Hodl Hope, destinati a emergenze come Ucraina, Gaza e Sudan.
Per realizzare questo fondo, Save the Children ha stretto partnership mirate con attori già attivi nel settore Bitcoin e nella filantropia tech.
Fortris (ex GatePay), azienda specializzata in infrastrutture crittografiche per aziende e fondazioni, si occupa della custodia operativa, gestione dei wallet e implementazione dei protocolli di sicurezza. Fortris ha dichiarato che il loro ruolo è quello di assicurare che il fondo sia gestito in regime di self-custody verificabile e con “massimi standard di trasparenza”. I wallet sono multisig, con accesso distribuito fra enti indipendenti per evitare singoli punti di vulnerabilità.
The Giving Block, già partner di Save the Children dal 2013, fornisce la piattaforma per ricevere le donazioni.
Fedi, startup fondata nel 2022, contribuisce sul piano operativo con un progetto pilota già attivo dal 2024 nelle Filippine, basato sul protocollo Fedimint, spiegato nella fermata #111. Il programma rappresenta uno dei primi veri esperimenti su larga scala di utilizzo diretto di bitcoin per la distribuzione di sussidi in contesti vulnerabili. I beneficiari ricevono i fondi direttamente sul proprio telefono, in un’app Fedimint-based, e sono guidati da tutor locali nel gestire questi fondi, scegliere se conservarli, inviarli, o convertirli in contante tramite piattaforme P2P.
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Il modello è interessante per tre motivi:
Funziona anche offline o in contesti con connettività limitata, grazie alla natura federata del wallet e alla sincronizzazione asincrona;
Garantisce la privacy dei beneficiari, poiché Fedimint è un’implementazione dell’ecash chaumiano;
È economicamente sostenibile, con fee ridottissime e scalabilità immediata grazie alla compatibilità con Lightning Network.
La Bitcoin Humanitarian Alliance
Save the Children non è nuova a iniziative legate a Bitcoin. In passato ha co-fondato, insieme alla Human Rights Foundation (HRF), la Bitcoin Humanitarian Alliance: una rete di ONG, attivisti e imprenditori impegnata a promuovere l’adozione di tecnologie open-source e permissionless.
Il manifesto dell’Alleanza si fonda su tre principi cardine. Il primo è la censorship-resistance: in contesti segnati da guerre, regimi autoritari o crisi valutarie, dove i tradizionali canali bancari vengono deliberatamente bloccati, è essenziale che i fondi possano comunque arrivare a destinazione. Il secondo principio è la sovranità individuale: le persone che vivono in contesti fragili devono poter accedere al denaro in modo diretto, senza dover passare attraverso intermediari, come i money transfer, che impongono condizioni o controlli arbitrari. Il terzo è l’interoperabilità globale: i sistemi devono funzionare ovunque, indipendentemente da confini geografici, identità nazionali o regimi monetari.
In quest’ottica, la Human Rights Foundation, già attiva da anni nella promozione di Bitcoin come strumento di libertà in paesi come Iran, Venezuela, Nigeria e Bielorussia, vede in questa alleanza un’opportunità per portare queste tecnologie in modo sistemico nei flussi della cooperazione internazionale. Non più solo strumenti per attivisti o dissidenti digitali, ma componenti strutturali di un nuovo modello operativo per l’aiuto umanitario insieme a Save The Children.



