Fermata #261 - Il filo rosso dei fallimenti
Nel suo Manifesto Libertario, Murray Rothbard identifica il filo rosso che unisce la fornitura di servizi scadenti nella società contemporanea: la proprietà statale.
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Libro: For a New Liberty, The Libertarian Manifesto
Autore: Murray Rothbard
Editore: Ludwig von Mises Institute
Anno di pubblicazione: 1973
Diamo un’occhiata ai principali problemi della nostra società e vediamo se possiamo individuare un “filo rosso” che li attraversa tutti.
Tassazione elevata. Le tasse alte e in continua crescita hanno messo in ginocchio quasi tutti, soffocando produttività, incentivi, risparmio e le energie delle persone. A livello federale, si registra una crescente ribellione contro il peso dell’imposta sul reddito e si è sviluppato un fiorente movimento di ribelli fiscali, con proprie organizzazioni e riviste, che rifiuta di pagare un’imposta considerata predatoria e incostituzionale.
A livello statale e locale, cresce il sentimento di opposizione alle oppressive imposte sulla proprietà. Così, un numero record di 1,2 milioni di elettori californiani firmò la petizione per l’iniziativa Jarvis-Gann nel referendum del 1978, una proposta che avrebbe ridotto drasticamente e permanentemente le imposte sulla proprietà di due terzi, fissandole all’1%, e imposto limiti al valore catastale. Inoltre, l’iniziativa stabiliva che per superare quel tetto servisse l’approvazione dei due terzi di tutti gli elettori registrati in California. E per evitare che lo Stato sostituisse l’imposta immobiliare con altre tasse, era previsto anche un voto a maggioranza dei due terzi del parlamento statale per qualsiasi altro aumento fiscale.
Nell’autunno del 1977, decine di migliaia di proprietari di casa della Contea di Cook, in Illinois, parteciparono a uno sciopero fiscale contro l’imposta immobiliare, aumentata in modo drastico a causa delle nuove valutazioni catastali.
È superfluo sottolineare che la tassazione – sul reddito, sulla proprietà o altro – è monopolio esclusivo del governo. Nessun altro individuo o organizzazione gode del privilegio di procurarsi reddito tramite coercizione.
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Ecco qui un piccolo assaggio di Bitcoin Train Podcast.
Crisi fiscale urbana. In tutto il paese, stati e municipalità faticano a pagare interessi e capitale sul loro debito pubblico gonfiato. New York City ha già fatto da apripista con un parziale default sulle proprie obbligazioni contrattuali. La crisi fiscale urbana è semplicemente il risultato di governi locali che spendono troppo, più di quanto non ricavino con tasse già altissime. Di nuovo, la responsabilità è del governo.
Criminalità nelle strade. Consideriamo: i crimini avvengono, per definizione, nelle strade. Le strade sono quasi universalmente di proprietà pubblica, quindi governativa. La polizia, che dovrebbe proteggerci, è un monopolio obbligatorio del governo. I tribunali, incaricati di condannare e punire i criminali, sono anch’essi un monopolio coercitivo governativo. Il governo, dunque, gestisce ogni aspetto del problema della criminalità di strada. Il fallimento va attribuito interamente al governo.
Trasporti. La crisi dei trasporti riguarda non solo le strade congestionate, ma anche ferrovie decadenti, compagnie aeree troppo care, aeroporti intasati nelle ore di punta e metropolitane (come a New York) in deficit e prossime al collasso. Le ferrovie furono costruite in eccesso grazie a sussidi pubblici nell’Ottocento e sono state l’industria più regolamentata della storia americana. Le compagnie aeree sono cartelizzate, sussidiate con contratti postali e aeroporti praticamente gratuiti. Questi ultimi sono tutti di proprietà di rami del governo, in gran parte locali. La metropolitana di New York è di proprietà pubblica da decenni.
Carenza d’acqua. In alcune zone degli Stati Uniti la scarsità d’acqua è cronica, in altre, come New York, intermittente. Ma il governo possiede i fiumi da cui proviene gran parte dell’acqua (come dominio pubblico) e, essendo pressoché l’unico fornitore commerciale, gestisce serbatoi e acquedotti.
Carenze energetiche e blackout. In tutto il paese, stati e municipalità hanno creato monopoli obbligatori di gas ed energia elettrica, concedendo tali privilegi a utility private, a loro volta regolamentate e con tariffe fissate dalle autorità per garantire un profitto permanente e predeterminato. Ancora una volta, è il governo a generare monopolio e regolazione.
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Servizio postale. Da sempre in perdita, il servizio postale, a differenza dei beni e servizi prodotti dal mercato, è diventato sempre più costoso e meno efficiente. Gli utenti della posta di prima classe hanno sovvenzionato le aziende che usano i servizi di seconda e terza classe. Dal tardo Ottocento, l’ufficio postale è un monopolio obbligatorio del governo. Ogni volta che imprese private hanno potuto competere, anche illegalmente, hanno offerto servizi migliori a prezzi più bassi.
Edilizia urbana. Assieme al traffico, è uno dei fallimenti urbani più vistosi. Pochi altri settori sono stati così intrecciati al governo. La pianificazione urbanistica ha controllato e regolato le città. Le leggi di zonizzazione hanno imposto restrizioni all’uso del suolo. Le imposte sulla proprietà hanno soffocato lo sviluppo e costretto all’abbandono di case. I regolamenti edilizi hanno reso più costose le costruzioni. Le politiche di “rinnovo urbano” hanno sussidiato enormemente i grandi immobiliaristi, demolito appartamenti e negozi, ridotto l’offerta abitativa e aggravato la discriminazione razziale. I prestiti pubblici hanno favorito l’eccesso di costruzioni suburbane. I controlli sugli affitti hanno creato carenza di appartamenti e ridotto l’offerta di case.
Istruzione. Un tempo venerata quanto la maternità o la bandiera, la scuola pubblica è oggi sotto attacco diffuso. Persino i sostenitori ammettono che insegni ben poco. Le scuole pubbliche sono totalmente gestite da governi statali e locali, con ampio supporto federale. Le leggi sulla frequenza obbligatoria costringono i bambini fino all’età da liceo a frequentare scuole pubbliche o private certificate dallo Stato. Anche l’università è ormai intrecciata al governo: molte sono pubbliche, le altre ricevono sistematicamente fondi e contratti.
Inflazione e stagflazione. Da anni gli Stati Uniti e il resto del mondo soffrono un’inflazione cronica e crescente, accompagnata da alta disoccupazione e recessioni sia gravi che moderate (“stagflazione”). La causa sta nell’espansione continua dell’offerta di moneta, monopolio obbligatorio del governo federale (chiunque osi competere finisce in prigione per falsificazione). Una parte cruciale della moneta nazionale viene emessa come “denaro da assegno” dal sistema bancario, a sua volta sotto il totale controllo del governo e della Federal Reserve.
In sintesi. Se guardiamo ai problemi cruciali della nostra società – le aree di crisi e fallimento – troviamo in ciascuna di esse un “filo rosso” che le unisce tutte: il filo del governo. In ogni caso, il governo ha gestito o influenzato pesantemente l’attività.
John Kenneth Galbraith, nel suo best-seller The Affluent Society, riconobbe che il settore pubblico fosse il centro del fallimento sociale, ma ne trasse la bizzarra conclusione che quindi fosse necessario deviare ancora più fondi e risorse dal privato al pubblico. Ignorò il fatto che il ruolo del governo in America – federale, statale e locale – è già cresciuto enormemente nel corso del secolo, soprattutto negli ultimi decenni.
Purtroppo, Galbraith non si pose mai la domanda: c’è qualcosa di intrinsecamente fallimentare nell’operato del governo, qualcosa che genera i problemi stessi che osserviamo?
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