Fermata #259 - Il mantello dell'invisibilità
Nel terzo volume di The Internet of Money, Andreas Antonopoulos calibra la definizione di successo di Bitcoin con l'esempio dell'adozione di Linux. Tanto popolare quanto invisibile
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C’è un’eterna domanda tra i neofiti: “Una volta comprati, cosa posso comprare con questi bitcoin?”
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Libro: The Internet of Money, volume 3
Autore: Andreas M. Antonopoulos
Editore: Merkle Boom
Anno di pubblicazione: 2020
Chiedo spesso alle persone: "Come misurereste il successo di Bitcoin?"
Le risposte dicono molto su chi ho di fronte. È una risposta profondamente personale. La risposta più banale è: "Quando il prezzo va alle stelle". Ma non è questo ciò a cui dovremmo aspirare.
Cosa succede quando i prezzi iniziano a impennarsi? Molte nuove persone iniziano a partecipare ai meetup con una certa scintilla negli occhi. Sì, lo si nota subito! Dicono di essere “molto interessati alla tecnologia”. Ma non è vero: sono molto interessati alla possibilità di guadagnare denaro e, non appena il prezzo inizia a scendere, la maggior parte di loro sparisce.
Osservo questi cicli dal 2012: l’interesse per il nostro settore fluttua proprio come il prezzo.
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Se invece sei entrato in questo settore tra ottobre e dicembre 2017 per arricchirti e sei ancora qui, è chiaro che non lo fai per i soldi. Hai resistito alla tempesta. Siamo oltre quella montagna, ora. Se sei ancora qui, significa che hai una motivazione diversa.
Per me, tutto ruota attorno a cambiare l’architettura di una delle tecnologie fondamentali della società: il denaro. È questo ciò che mi motiva. Ho questa idea audace: che questa tecnologia possa cambiare il mondo. Vedo un mondo in cui l’accesso a questa tecnologia cambia la vita delle persone, soprattutto in quei luoghi dove manca l’accesso ai servizi finanziari, ai sistemi aperti e trasparenti, o anche solo alla possibilità di registrare la verità.
Vedo un mondo in cui possiamo fare transazioni senza fidarci di qualcuno, eliminare gli intermediari e liberarci dei criminali organizzati che hanno una licenza bancaria e stanno derubando le persone sotto i nostri occhi.
Un’altra risposta popolare alla domanda sulla misura del successo è: “L’adozione mainstream”. Per adozione mainstream si intende che la maggior parte delle persone attorno utilizza Bitcoin o che è possibile usarlo per comprare qualcosa in un negozio qualsiasi. Il sogno è entrare al bar e ordinare una colazione senza dover chiedere: "Accettate bitcoin?”
Ma se fai un paio di domande in più, scopri che ci sono altre misure del successo, come ad esempio: il sistema ha mantenuto i suoi principi fondamentali?
Uno dei principi centrali è che Bitcoin dovrebbe generare un cambiamento sociale. Le persone dovrebbero usare Bitcoin per liberarsi da un sistema bancario rigido, per bancarizzare i non bancarizzati, o meglio ancora, per debancarizzare tutti noi, come dico spesso. Questi principi mirano anche a introdurre maggiore equità nei rapporti commerciali, togliere potere alle grandi aziende e restituirlo agli individui.
Sono obiettivi idealistici. Ma se ci pensi davvero, ti accorgi che questi due obiettivi - adozione di massa e mantenimento dei principi - sono in conflitto tra loro.
Se la misura del successo è l’adozione di massa, allora il mantenimento dei principi originari non avverrà mai. Perché l’adozione di massa avviene per mano di persone che non condividono quei principi, la maggioranza che ti circonda.
Quante persone tengono davvero alla privacy al punto da sacrificare la comodità ogni giorno? Quanti usano la stessa password ovunque? Quanti non condividono mai dati privati su Facebook? Quanti pensano che Facebook sia internet, e non escono mai da lì? E votano in base a ciò che vedono lì?
Il problema è che l’adozione di massa diluisce i principi. Il mainstream non condivide i tuoi valori, né le tue motivazioni. Tu non sei il mainstream. Sei uno dei “pazzi” appassionati di Bitcoin. E va benissimo così. Questo non è un fenomeno di massa. Ed è importante riconoscere che, anche quando i nostri principi vengono diluiti, possiamo comunque cambiare il mondo.
Vorrei parlare di cosa significa successo dal mio punto di vista, avendo osservato in passato alcune tecnologie dirompenti che sono emerse e poi assorbite nel mainstream.
È importante rendersi conto che la vera misura del successo non è quella che pensiamo. Non è così ovvia.
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Quanti di voi usano il sistema operativo Linux?
Per chi stesse pensando di non averlo usato… ecco, in realtà lo usate tutti i giorni!
È nei vostri telefoni, aspirapolvere, auto, ascensori, in ogni server web che toccate.
È persino integrato in Windows.
Ma non è cominciato così. Linux è stato creato nel 1991 da uno studente finlandese, Linus Torvalds, che ebbe un’idea poco convenzionale. All’epoca era troppo povero per permettersi una licenza Unix commerciale, come quelle prodotte da IBM, AT&T, Sun Microsystems, vendute alle grandi aziende per migliaia di dollari all’anno. Allora ebbe un’idea: “E se scrivessi un mio sistema operativo?” Un’idea assurda, su molti livelli.
Unix era il sistema operativo usato nei mainframe bancari e nei programmi spaziali. Una roba seria, industriale. Eppure, questo giovane disse: “Lo scrivo io.” Le persone attorno a lui reagirono come si reagirebbe al cugino che dice: “Costruirò un razzo e colonizzerò Marte da solo!” Tutti: “Sì, certo…” Ma lui lo fece davvero.
A cosa serve un sistema operativo completamente aperto, gratuito, disponibile per chiunque? Secondo alcuni, il successo sarebbe stato vedere tutte le aziende usarlo. Oppure vedere fallire tutte le altre aziende. Oppure che nessuno pagasse più per un sistema operativo.
Ebbene, Linux ha avuto successo in tutto questo! AT&T non fa più sistemi operativi. IBM nemmeno. Idem Microsoft, che ora supporta Linux. Alla fine, ogni dispositivo del pianeta può usare questo sistema operativo. È open-source e tutti ci innovano intorno. Ha rotto il monopolio delle big tech e ha dato libertà di scelta a tutti. È diventato così mainstream che nessuno sa nemmeno di usarlo.
La mia misura del successo è mantenere i principi: restare liberi, aperti, decentralizzati, neutrali, resistenti alla censura e al contempo essere disponibili per chi ne ha davvero bisogno nel mondo. Questa è la mia definizione di successo. Ed è molto diversa da ciò che vediamo oggi nel nostro settore.
Negli ultimi anni, avete notato l’arrivo di soldi e uomini in abiti eleganti nel nostro settore. Parlano bene, ma non vogliono cambiare l’architettura del sistema finanziario. Non vogliono rompere monopoli, schiacciare cartelli, aprire l’accesso ai sistemi finanziari o includere economicamente miliardi di persone. Vogliono solo sostituire l’attuale 1% più ricco del mondo con sé stessi. Pensano: “L’architettura va bene, purché ci sia io in cima.” È molto probabile che non condividano la tua idea di successo.
Se vuoi vincere, se credi nei principi, se sei ancora qui dopo i crolli, se vuoi davvero che questa tecnologia abbia successo, allora la cosa più importante che puoi fare è chiarire dentro di te cosa significa successo.
La misura del successo è la libertà.
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