Fermata #257 - Ribaltare le infrastrutture
Dal primo volume di "The Internet of Money" di Andreas Antonopoulos, la storia di come le innovazioni dirompenti, nei primi anni di vita, hanno dovuto convivere con ciò che avrebbero sostituito.
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Tornano per il periodo estivo le fermate dedicate a estratti di libri importanti per comprendere il funzionamento di Bitcoin e le sue implicazioni politiche, economiche, sociali.
Le fermate saranno sei, da sabato 26 luglio a sabato 30 agosto. Gli approfondimenti tradizionali riprenderanno sabato 6 settembre.
Libro: The Internet of Money, volume 1
Autore: Andreas M. Antonopoulos
Editore: Merkle Boom
Anno di pubblicazione: 2016
Bitcoin è nuovo. Bitcoin è diverso. È nuovo e stiamo cercando in qualche modo di farlo rientrare a forza nell'attuale sistema bancario. Il risultato è caotico. Non solo è caotico, ma rappresenta anche un’opportunità per chi sostiene il sistema bancario tradizionale di dire: “Vedete? Non funziona. È lento. Non è efficiente.”
Non è una novità. È un fenomeno che si verifica ogni volta che emerge una nuova tecnologia dirompente: nei primi anni della sua adozione deve appoggiarsi alla tecnologia esistente che sta cercando di sostituire.
Diamo uno sguardo storico a come si sviluppano questi processi. Quando si legge di una tecnologia dirompente a 20, 30 o 40 anni di distanza, tutto appare lineare. È ovvio, perché il senno di poi chiarisce tutto.
Ad esempio, l’automobile è stata una grande invenzione. E ovviamente, quando è stata inventata, tutti hanno detto: “Evviva! Non ci servono più i cavalli!” Giusto? Non è proprio andata così. In realtà, hanno detto: “È una follia. Quelle macchine rumorose e disgustose ci uccideranno tutti. Non funzioneranno mai.”
Questo è ciò che accade nella storia ogni volta che si introduce una tecnologia dirompente. Si incontra resistenza.
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Ecco qui un piccolo assaggio di Bitcoin Train Podcast.
Dai cavalli alle automobili
Guardando alla storia, una delle cose più interessanti è che, all'inizio, la tecnologia dirompente deve vivere in un mondo costruito per la tecnologia che sta sostituendo.
Quando per la prima volta guidi la tua nuova automobile in città, stai guidando su strade usate dai cavalli e progettate per i cavalli. Non ci sono semafori. Non ci sono regole stradali. Non ci sono strade asfaltate.
E cosa succedeva? Le auto si bloccavano perché non avevano quattro zampe.
I critici dicevano: “Ah! Ve l’avevamo detto che non avrebbe mai funzionato. Guardatevi: non riuscite nemmeno a uscire dal fango. E dove pensate di trovare la benzina? Esiste solo una stazione di servizio.”
Poi abbiamo iniziato ad asfaltare le strade. E succede qualcosa di interessante: quando le strade vengono asfaltate e rese adatte ai veicoli, la vecchia tecnologia (i cavalli) può ancora usarle. Se vuoi fare un bel giro a cavallo per Zurigo, sono sicuro che il cavallo sarà perfettamente a suo agio. Le strade asfaltate non solo permettono all’automobile di esistere, permettono anche al cavallo di esistere. E aprono la strada a nuove tecnologie: oggi abbiamo persone che si spostano con monopattini, skateboard, rollerblade, passeggini e altri mezzi.
Questa è un’inversione dell’infrastruttura: si parte con una nuova tecnologia che vive sulla vecchia infrastruttura e poi la situazione si ribalta. Si costruisce nuova infrastruttura e la vecchia tecnologia finisce per poggiarsi su quella nuova.
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Dal gas all’elettricità
Quando fu introdotta l’elettrificazione all’Esposizione Universale di Parigi, il sindaco disse: “L’elettricità è una moda passeggera. Quando chiuderemo la fiera e smonteremo la Torre Eiffel, sparirà.” Sbagliato su entrambi i fronti.
All’epoca, non c’era infrastruttura per l’elettricità. Come si portava la corrente nelle case? Perché usare l’elettricità se già avevi luce e riscaldamento a gas? E poi non esisteva alcuna infrastruttura. L’infrastruttura per il gas non era utile per l’elettricità. Se la volevi, dovevi costruire una nuova infrastruttura.
E allora emerge l’altro lato dell’inversione infrastrutturale: chi ha interesse a mantenere lo status quo dice: “Non c’è una rete di distribuzione abbastanza estesa per avere clienti. E non ci sono abbastanza clienti per costruire una rete. Questo non accadrà mai.”
Poi, l’elettrificazione comincia a diffondersi. E le persone scoprono che, una volta installata l’infrastruttura elettrica, non solo si possono fare cose nuove, ma si possono fare anche meglio le vecchie: illuminazione, riscaldamento. Ora si possono fare anche ventilatori, condizionatori, motori, frullatori, asciugacapelli. E le case, in generale, non bruciano così spesso a causa dell’elettricità.
Di nuovo, vediamo un’inversione dell’infrastruttura. Nei primi anni, invece, devi funzionare sulla vecchia. È quasi impossibile. In teoria potevi usare un generatore a gas in casa per produrre elettricità, ma era inefficiente. Poi costruisci l’infrastruttura per la nuova tecnologia, e quella permette anche alla vecchia di funzionare comodamente. Ma apre la porta a cose nuove, prima impensabili. E il mondo cambia.
Dalle banche a Bitcoin
Ora abbiamo Bitcoin. Una piattaforma decentralizzata che può regolare transazioni a livello globale senza intermediari. Ma viviamo ancora nel vecchio sistema. Oggi dobbiamo usare exchange collegati a conti bancari, bonifici IBAN, carte di credito. Stiamo guidando l’auto sportiva di Bitcoin sulle strade fangose del sistema bancario anni ’70. È un viaggio accidentato.
Le banche dicono: “Non funziona. Guardate: dovete rispettare tutte le regolamentazioni. Dovete fare l’identificazione come facciamo noi. Dovete rallentare tutto al passo della finanza tradizionale. Non funzionerà mai. E poi, non avete abbastanza utenti per costruire un’infrastruttura, e non avete abbastanza infrastruttura per attrarre utenti. Quindi è chiaro che non funzionerà.”
Ma quello che abbiamo, proprio come con elettricità, auto e internet, è una nuova tecnologia che contiene in sé il potenziale per migliaia di applicazioni ancora da immaginare. Prevedo che, nei prossimi 15–20 anni, assisteremo a una grande inversione infrastrutturale nella finanza. Prima, le banche resisteranno. Poi, le banche adotteranno. Faranno girare i propri sistemi accanto a quelli basati su blockchain e Bitcoin. E alla fine faranno girare tutta la finanza tradizionale come un’applicazione sopra un registro decentralizzato. Perché, se è molto difficile collegare un ledger decentralizzato ai sistemi bancari legacy, simulare la finanza tradizionale sopra una blockchain aperta come Bitcoin è banale. Basta rallentare tutte le sue capacità.
Questa inversione infrastrutturale ci permetterà di eseguire comodamente applicazioni bancarie tradizionali sopra un ledger distribuito globale - probabilmente quello di Bitcoin - e allo stesso tempo aprirà la strada ad applicazioni completamente nuove.
Queste nuove applicazioni saranno diverse dalla finanza tradizionale. Diverse quanto un uno skateboard rispetto a una carrozza trainata da cavalli. Diverse quanto l’elettricità rispetto all’illuminazione a gas nelle case vittoriane.
Una volta che ribalti l’infrastruttura, simulare il passato sulla rete del futuro diventa estremamente facile. Oggi siamo nelle fasi iniziali di questo processo, mentre osserviamo il futuro del denaro. E stiamo assistendo all’inizio della più grande inversione infrastrutturale che il mondo abbia mai conosciuto.
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