Fermata #250 - Un treno che non si fermerà
Lyn Alden spiega a Las Vegas come si è rotta la leva dei tassi di interesse, rendendo le azioni delle banche centrali di fatto obsolete. Le conseguenze sul debito e su Bitcoin
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Il titolo dell’intervento di Lyn Alden alla conferenza Bitcoin 2025 di Las Vegas non potrebbe essere più azzeccato per questa newsletter: “Nothing stops this train”, ossia “nulla fermerà questo treno”. Il riferimento, però, non è al Bitcoin Train che, è sempre bene ricordarlo, è ancora pronto ad accogliere i nuovi arrivati nei propri vagoni, quanto a quello del debito pubblico o, in senso lato, del sistema monetario tradizionale e nel suo rappresentante più importante: il dollaro.
L’economista, autrice di un libro che non posso fare a meno di consigliarvi, Broken Money, spiega in modo sintetico ma estremamente logico perché il debito crescerà sempre di più, portando a una progressiva espansione monetaria inevitabile. A beneficiarne, come conseguenza diretta, saranno gli asset più scarsi, come Bitcoin.
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I freni consumati
Partiamo dal punto focale: i freni del treno sono fuori uso. In termini economici, la leva dei tassi d’interesse non ha più lo stesso effetto che aveva fino a pochi anni fa.
I tassi d’interesse sono stati per decenni lo strumento cardinale con cui la banca centrale modulava l’economia: alzare i tassi per raffreddare prestiti, spesa e inflazione; tagliarli per stimolare crescita e credito. Ma in un contesto di debito pubblico enorme, oltre il 100% del Pil, la leva ha perso efficacia e, anzi, ha iniziato a portare a effetti collaterali perversi.
Quando la Fed alza i tassi oggi, accade che la spesa per interessi sul debito pubblico esplode, facendo lievitare immediatamente il deficit, più velocemente di quanto l’aumento del costo del denaro riesca a frenare il credito privato. Alla prova dei fatti, oggi il rialzo dei tassi, che un tempo rallentava l’accumulo di debito totale, ora finisce per accelerarlo. Con il debito alle stelle, la politica monetaria si ritrova paralizzata: ogni stretta monetaria peggiora i conti pubblici facendo salire gli interessi da pagare, ma fare marcia indietro e tenere i tassi bassi a lungo incoraggia ulteriori indebitamenti e spinge investitori e risparmiatori a cercare rendimenti altrove, spesso in attività speculative o beni rifugio.
Uno dei dati più emblematici al riguardo è proprio l’onere degli interessi sul debito USA: nel 2024 il Tesoro ha speso circa $880 miliardi in interessi, pari a oltre il 3% del Pil, una quota che il Congressional Budget Office prevede in crescita costante. La stima è che nel 2054 i soli interessi sul debito equivarranno al 34% dei ricavi pubblici.

Demografia e Social Security: la bomba a orologeria
Tra le cause strutturali del disavanzo individuate da Lyn Alden, un ruolo di primo piano spetta, sorpresa sorpresa, al sistema pensionistico pubblico o Social Security Program, come lo chiamano oltreoceano. Negli scorsi decenni, il programma di Social Security ha accumulato un enorme fondo di riserva grazie ai surplus contributivi versati dalla generazione dei baby boomer durante gli anni di lavoro. Il fondo fiduciario ha raggiunto il suo apice intorno al 2017 con un saldo di circa $3.000 miliardi, per poi iniziare a calare. Il motivo? La stessa generazione dei boomer sta andando in pensione, attingendo a quel fondo accumulato. In pratica, il fondo è entrato in fase discendente: ogni anno una parte dei titoli di Stato lì dentro dovrà essere riscattata per pagare pensioni e sanità, riversando quei dollari nell’economia reale. Questo fenomeno contribuisce ad aumentare ulteriormente il deficit pubblico, perché i titoli nel fondo sono Treasuries, debito pubblico che dovrà essere ripagato attingendo al Tesoro.
Il bello arriverà nel 2035, quando il fondo verrà drenato completamente e, da quel momento, il Congresso dovrà decidere se aumentare il debito per continuare a garantire i fondi, alzare le tasse o ridurre le pensioni del ~20%. Ora, considerando che i pensionati sono un blocco elettorale numericamente forte e politicamente influente, tagliare i loro benefit è visto come un suicidio elettorale. Quale sarà il risultato? Indovinato. Debito a profusione.
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Fiat Ponzi
Lyn Alden ha definito l’attuale sistema monetario e fiscale un vero e proprio schema Ponzi. Il riferimento è al fatto che il sistema si regge solo continuando ad espandere il debito complessivo; se la crescita si arrestasse, l’intero castello crollerebbe. A supporto della tesi ha mostrato un grafico del totale del debito negli Stati Uniti, confrontato con la base monetaria della Fed. In oltre 110 anni di storia finanziaria americana, il debito aggregato è calato in soli cinque anni, quattro durante la Grande Depressione nei primi anni ’30, e uno nel 2008. Ogni volta che l’economia ha virato verso un’inevitabile correzione, con fallimenti e recessioni, le autorità sono intervenute in modo aggressivo per invertire la rotta stampando fiumi di base monetaria aggiuntiva.

Questa necessità intrinseca di crescita infinita è ciò che accomuna il sistema attuale agli schemi Ponzi: per evitare il collasso bisogna sempre trovare nuovo debito con cui ripagare almeno gli interessi dei debiti precedenti e finanziare la spesa corrente. Finché l’economia reale e la popolazione crescono, si può sostenere più debito; ma quando queste dinamiche rallentano - come sta accadendo - resta solo la scorciatoia di creare più moneta.
L’economista ha puntato il dito verso una cifra molto chiara: gli Stati Uniti, economia più avanzata al mondo, è entrata in un ciclo di deficit strutturale annuo attorno al 7% del Pil: non uno shock temporaneo ma un ritmo costante. Mettendo le cose in prospettiva, significa raddoppiare il debito pubblico in poco più di 10 anni. La crescita sarà esponenziale e sempre più finanziata dall’aumento della base monetaria, ossia dalla creazione di nuovo denaro. In una parola: inflazione. Il treno non solo non si fermerà, passerà dal livello regionale al livello Shinkansen.
this is one of the clearest breakdowns i’ve read on why rate hikes don’t work anymore
lyn nailed it—when the system needs endless debt just to stay standing, you’re basically watching a fiat ponzi in slow motion
curious though: do you think the shift to hard assets like bitcoin accelerates before the 2035 social security cliff or only after?