- Bitcoin Train
- Posts
- Fermata #221 - Il costo dell'interventismo
Fermata #221 - Il costo dell'interventismo
Risolvere i problemi nel breve termine con denaro preso a debito peggiora gli effetti a lungo termine. Com'è possibile? La spiegazione nel nuovo libro Avanti Bitcoin, Dopo Bitcoin
Acquista voucher per prodotti e servizi direttamente in bitcoin. Oltre 10.000 opzioni di voucher disponibili in 180 Paesi.
La creazione di un account Bitrefill non è obbligatoria, ma richiede solo un’ e-mail e una password, nessuna verifica dell’identità. Usa il codice bitcointrain durante la creazione dell’account o al checkout per un extra-cashback del 10% sui tuoi acquisti.
Non è finita: ora la Carta Bitrefill è compatibile con il Lightning Network! Se proprio devi usare i servizi bancari, fallo con la Carta Visa Ricaricabile Bitrefill: grazie al Lightning Network puoi ricaricare il saldo istantaneamente senza rivelare il possesso dei tuoi UTXO. Puoi ottenere subito la tua carta virtuale creando l’account da qui e richiedere gratuitamente anche la versione fisica.
Ti sei iscritto gratuitamente e vuoi eseguire l’upgrade per i report bisettimanali dedicati all’industria Bitcoin, i podcast di ogni fermata e il gruppo Telegram riservato? Fallo da qui!
Puoi anche pagare in bitcoin (Lightning Network o on-chain) da questo link!
Per il periodo delle festività invernali sono sospesi i Report bisettimanali e tornano le fermate speciali dedicate a estratti di libri importanti per comprendere la natura e le implicazioni di Bitcoin.
Le fermate saranno due, da sabato 28 dicembre a sabato 4 gennaio. I Bitcoin Report riprenderanno mercoledì 7 gennaio e gli approfondimenti tradizionali torneranno sabato 10 gennaio.
Libro: Avanti Bitcoin. Dopo Bitcoin
Autore: Mateusz Riva
Editore: Pubblicazione indipendente
Anno di pubblicazione: 2024
Con cicli politici di 4-5 anni (a seconda degli Stati), vi è già dal principio un incentivo a prediligere interventi e politiche orientate al breve termine piuttosto che a progetti strutturati, lungimiranti e di ampio respiro orientati al medio-lungo termine. Infatti, tipicamente i secondi, non generando benefici immediati, contribuiscono marginalmente a riscontri positivi alle elezioni, che premiano invece chi promette di alleviare maggiormente le pene odierne, anche se a scapito dei risultati a lungo termine.
Per avere risultati a breve termine politicamente spendibili, senza aumentare la tassazione diretta, c’è una sola leva da azionare: l'anticipazione di risorse future mediante l'indebitamento nazionale. Tale azione, di fatto, comporta la manipolazione del mezzo di espressione del valore. Una leva troppo spesso abusata, in tutte le epoche, da tutte le nazioni, da qualunque orientamento politico.
Quando le risorse vengono spese in attività che non generano un diretto incremento della produttività, vi è il grande rischio di aver ottenuto sì un beneficio immediato, ma aggravando e posticipando i problemi al governo successivo o alla generazione successiva.
L'esempio più eclatante è quello di impiegare risorse derivanti da indebitamento per alleviare le conseguenze causate dall'inflazione, oppure la prassi di distribuire sussidi economici per alleviare i disagi e le pene causate dalla carenza di investimenti infrastrutturali in ambito energetico. Certo, una popolazione che vive da uno stipendio all'altro, al limite della bancarotta, è direttamente incentivata a sostenere qualunque orientamento politico allevi nel modo più incisivo possibile le pene nel breve termine, soprattutto se tale palliativo pare non avere nemmeno dei costi reali da sostenere.
Grazie alla possibilità di spendere denaro senza averne preventivamente acquisito effettiva disponibilità tramite una tassazione esplicita dei contribuenti, i governi possono nascondere facilmente le proprie inefficienze. Se fosse evidente il vero costo da sostenere per determinate attività, non tutti i programmi dei rappresentanti politici manterrebbero il consenso che hanno. La tassa nascosta dovuta alla svalutazione (che tra l'altro ha effetti differiti nel tempo, da cui deriva il senso di smarrimento di chi non è in grado di comprendere le cause all’origine) viene poi mascherata dandone la colpa a qualsiasi altra causa, tranne a quella reale: una spesa maggiore delle proprie possibilità.
Qui puoi ascoltare un estratto gratuito di Bitcoin Train Podcast!
Per accedere alla completa versione narrata dell’articolo ed entrare nel gruppo Telegram dedicato alla newsletter, abbonati a Bitcoin Train. Puoi farlo sia pagando in bitcoin (clicca qui) che in euro (clicca qui).
Effetti di secondo e terzo ordine
Uno dei rischi derivanti dalla volontà di intervenire in modo diretto nell’economia di un Paese mediante indebitamento è quello di sottovalutare o di non essere in grado di prevedere adeguatamente gli effetti di secondo e terzo ordine derivanti da tali scelte. La volontà di intervenire è legata all'idea che sia possibile pianificare a tavolino l'intera complessità delle scelte economiche di un Paese, partendo da quelle dell'individuo, delle attività produttive e della collettività nel suo insieme.
Sono sempre più presenti ad esempio politiche di sussidio ad una categoria piuttosto che ad un'altra. Ma a quale costo?
Distorcere i prezzi nell'economia mediante sussidi mirati genera informazioni fuorvianti per il settore produttivo. Più questi segnali risultano distorti più si rinforza la convinzione che vi sia la necessità di ulteriori interventi concatenati al primo, in un feedback loop negativo.
Nelle teorie del libero mercato il prezzo di un determinato bene è tutto. Quando tale valore risulta eccessivo rispetto ai reali costi di produzione, lo stesso prezzo invierà un segnale agli imprenditori che, ansiosi di mettere a frutto il loro capitale, saranno così incentivati a investire nella produzione di quel determinato bene al fine di catturare il valore in eccesso. Contribuiscono così in modo naturale ed organico ad aumentarne la produzione e ad abbatterne il prezzo, avvicinandolo progressivamente al suo costo. O almeno fino a quando nessun altro imprenditore individuerà, grazie allo sviluppo tecnologico, altro valore da catturare per ridurne ulteriormente il prezzo.
Gli interventi in ambito economico portano troppo spesso ad un disallineamento con la realtà. Tale disallineamento necessita poi di ulteriori e sempre maggiori interventi correttivi al fine di mantenere stabile un sistema sempre più fragile e dipendente da essi.
Quando un'impresa smette di offrire valore al mercato essa cessa di essere profittevole ed aumenta la probabilità che vada incontro al fallimento. Se però, tramite il meccanismo dei sussidi, questa viene artificialmente mantenuta in vita (anche con l'intenzione di voler forzatamente mantenere determinati posti di lavoro), anziché creare valore, in realtà, lo distrugge. In aggiunta, si viene in questo modo a creare anche un ostacolo alla nascita di nuove imprese più efficienti e profittevoli, costrette a competere con un concorrente che non dovrebbe esistere.
Il valore non può essere creato dal nulla. I sussidi, pertanto, non sono a costo zero.
Se è vero che può essere stampata facilmente nuova valuta, non è certo così per il potere d'acquisto. Questo proviene dai detentori della valuta, quelli che risparmiano in essa e che la utilizzano quotidianamente. Il potere d'acquisto non viene speso dove il legittimo proprietario avrebbe voluto, ma viene prelevato ed incanalato anche sotto forma dei sussidi erogati in varie forme secondo la percepita urgenza del momento.
Il potere d'acquisto espresso dal denaro, non è più libero di circolare dove vorrebbero i legittimi proprietari, ovvero dove avviene la creazione di valore per la società, ma viene forzatamente dirottato talvolta anche dove il valore viene distrutto. Se quindi non possiamo vedere cosa il libero mercato reputi avere valore, non possiamo vedere chiaramente quali imprese dovrebbero o non dovrebbero esistere.
Le vere domande che emergono sono le seguenti: il pianificatore centrale è davvero il miglior allocatore di risorse possibile? È in grado di conoscere tutti i processi, la domanda e l'offerta in ogni singolo contesto economico? Oppure sarebbe preferibile un meccanismo in grado di gestirsi autonomamente, mantenendosi in equilibrio mediante il rapporto tra la domanda e l’offerta che regola in modo automatizzato l'allocazione delle risorse?
Faccio un ultimo esempio come spunto di riflessione relativo alla crisi del settore bancario del 2008. Partendo dalla considerazione che i profitti delle banche oggetto di crisi sono sempre stati privati mentre i fondi per mantenerle in vita erano pubblici (fondi derivanti da incremento del debito pubblico), chiediamoci: il salvataggio delle stesse è stato positivo o negativo per la società nel suo complesso?
Non vi è una risposta facile. Appare evidente che nel breve termine il loro salvataggio a carico della collettività ha ridotto l'impatto a cui avremmo dovuto far fronte, magari con un periodo di crisi più severo e/o prolungato. Ma possiamo affermare con certezza che non vi sia nessuna conseguenza a lungo termine di tale azione? Qual è stato il reale costo di questo salvataggio, oltre al prelievo forzato di potere d'acquisto dei detentori della valuta?
Tra tutti, evidenzio quello del consolidamento del settore bancario in sempre meno gruppi che, acquisizione dopo acquisizione, ha portato ad avere banche sempre più grandi che ora diventa davvero difficile immaginare di poter lasciare fallire (le cosiddette "too big to fail") giustificando così a priori ogni forma di interventismo futuro.
Una concentrazione in sempre meno gruppi rende il settore sempre più fragile e instabile nell'ipotesi futura che qualcuno di essi possa andare incontro a difficoltà economiche. Il costo della stabilità nel breve termine di quei salvataggi del 2008 è anche quello di un'intrinseca riduzione della resilienza del sistema economico nel suo complesso.
Le somme colossali necessarie a salvare un paio di banche negli Stati Uniti nel 2023 (pensiamo ad esempio alla Silicon Valley Bank) hanno richiesto quantitativi paragonabili a quelli della crisi del 2008 per l'intero settore bancario. Ancora una volta, chi ha una visione a breve termine ne vedrà un netto positivo, ma a quale costo per il lungo termine?
Il problema delle politiche interventiste è legato al rischio che, a ogni sussidio per stimolare una determinata parte dell'economia, ne serva poi un altro in un settore indirettamente collegato che viene scompensato dal primo intervento, e così via in un esercizio di equilibrismo dei sussidi.
Indipendentemente dal tuo orientamento politico, che sia democratico o repubblicano e nel nostro caso di sinistra o destra, nel corso della storia è stato ripetutamente dimostrato che entrambe le parti finiscono poi a voler intervenire in modo diretto mediante distorsione del sistema monetario.
La vera discriminante, quindi, più che legata all'orientamento politico è quella del maggiore o minore interventismo in ambito economico, ed evidentemente la seconda è la meno popolare tra la maggioranza dell'elettorato. In particolare, se una fetta importante della popolazione vive di stipendio in stipendio, o addirittura al limite della soglia di povertà, tenderò a preferire politiche economiche che soddisfino il bisogno immediato piuttosto che politiche economiche con un orizzonte di lungo periodo. Perché passare un periodo di austerità - lasciando che sia il mercato stesso a ribilanciare in modo solido e strutturato gli equilibri - quando vi è la possibilità di prendere in prestito dal futuro, apparentemente senza conseguenze dannose nel breve termine?
Un voto per il cambiamento
Se la tua fiducia nelle capacità del pianificatore centrale di allocare le risorse è alta e sei soddisfatto del suo operato, probabilmente questi ragionamenti potranno sembrare vani. Tuttavia, non tutti sono soddisfatti di come l'ente centrale gestisca il "bilancio familiare".
In ogni caso, indipendentemente dal partito politico, non è possibile sovvertire il sempre crescente interventismo. Per qualsiasi schieramento ideologico, l'incentivo diretto è quello di proseguire sulla strada di una crescente centralizzazione delle decisioni economiche, anche solo al fine di mantenere almeno all'apparenza solvibile il debito cumulato.
Non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo.
Se ciascun governo dovesse operare come ciascuno di noi nel bilancio familiare, senza cioè la possibilità di stampare nuova valuta dal nulla, vedremmo un'immediata necessità di revisione dei piani di spesa entro le proprie possibilità economiche. Sarebbe quindi evidente a tutti quali governi sono in grado di offrire vero valore ai cittadini in base al proprio operato, a differenza di oggi dove una parte del valore può essere prelevata dal futuro, dando così l’illusione di un buon servizio erogato.
Limitando la possibilità di prelevare arbitrariamente valore dal futuro e addirittura annullando la possibilità di prelevare senza consenso valore da coloro che decidono di risparmiare utilizzando Bitcoin, per finanziare i vari programmi è necessario richiedere direttamente le risorse ai contribuenti tramite la tassazione. L'effetto non può che essere una maggiore oculatezza nella gestione delle spese pubbliche.
Bitcoin rappresenta l'unico voto che può incidere in questo senso.
Stay up-to-date with AI
The Rundown is the most trusted AI newsletter in the world, with 800,000+ readers and exclusive interviews with AI leaders like Mark Zuckerberg.
Their expert research team spends all day learning what’s new in AI and talking with industry experts, then distills the most important developments into one free email every morning.
Plus, complete the quiz after signing up and they’ll recommend the best AI tools, guides, and courses – tailored to your needs.
Reply